sabato 21 gennaio 2012

Punto interrogativo.

Il telefono è muto. Vorrei che suonasse come una volta, che comparisse il tuo nome qua e là in mezzo allo schermo, così per caso. Ma non ne vuole sapere di te.
Ora ha senso solo tenerlo spento, silenzio. 
Da facebook ti ho rimosso, per frenarmi dal vedere cosa fai, dove vai, senza di me. 
Per evitare di cercarti, di scriverti chilometrici poemi ed addii. 
Msn è rimasto come punto di riferimento. Dove tutto è cominciato ed avrà fine.
Conversiamo solo a monosillabi. Dovremmo scopare, ci diciamo.
E poi è da un anno e più che in realtà non combiniamo niente.
Ora siamo il niente. Un buco nero nello spazio temporale.
Avevamo promesso che un giorno ci sarebbe stato un noi, ma ci siamo inciampati su.
Ed ora paghiamo le conseguenze delle nostre fratture interne. 
Scambio di frammenti ossei e occhi languidi.
Due pazienti in una sala d’attesta, attesa interminabile.
Guariscimi ed uccidimi. Ti imploro.
Tanto non rimarranno che segni di colluttazione mal disinfettati.

domenica 1 gennaio 2012

All the small things.

Un'altro anno è giunto al termine, e mentre osservavo il fuoco che bruciava nel camino non potevo fare a meno di pensare che ci fossero i miei ricordi tra le fiamme. Immagini da dimenticare, far finta che non siano mai esistie.
E forse anche immagini da conservare come tesori, in scrigni che solo la mente sa di possedere.
Avrei potuto essere migliore nel 2011, mi dico. Avrei potuto fare altre scelte. È stato un anno difficile. Pieno di crisi, di pianti taciuti, di ferite sempre aperte, di te che non ci sei, e non ci sarai.
Mi fa piacere che tu abbia deciso di non accantonarmi insieme alle cose del 2011 infondo. Eppure mi infastidisce da morire il fatto che nulla sia più come prima, che il sentimento abbia perso valore, che è una sorta di gioco interminabile quello al quale stiamo dando vita. Tutto finché uno dei due non vincerà ogni cosa, e l'altro non avrà più niente in mano. Suppongo sia il prezzo da pagare.
Qualcuno mi ha però insegnato, quest'anno, che devo seguire i miei sogni, qualunque cosa accada. Che devo  fare quello che voglio fare, perché se ci credo posso farlo. E vorrei ringraziare i 30 Seconds To Mars, per questo. Per avermi dato ciò di cui avevo bisogno. Un posto a cui appartenere. Una famiglia meravigliosa sulla quale contare, gli Echelon. So che mi supporteranno e aiuteranno sempre, nel bene e nel male. Perché loro sono così, meravigliosi ed unici. E tutti insieme siamo una cosa sola.
In conclusione, non so cosa mi aspetto in futuro, e non ho buoni propositi.
Ho solo la stessa flebile forza che mi spinge ad andare avanti, e vedere le cose mutare nel corso del tempo. Se così dovrà essere, poi, il destino avrà la meglio su ogni cosa.